Plastica riciclata per creare strade e piste ciclabili? Una soluzione già possibile

Utilizzare plastica riciclata per costruire strade, al posto dell’asfalto: è possibile?

Ebbene sì. Anzi, questa idea è già realtà in diversi paesi del mondo, e anche in Italia c’è qualche esperimento in merito.

La plastica riciclata può diventare infatti un materiale resistente, economico, veloce da costruire, facile da gestire, e soprattutto sostenibile.

In Olanda la prima pista ciclabile in plastica riciclata

L’11 settembre 2018 a Zwolle, nei Paesi Bassi, sono stati inaugurati 30 metri di pista ciclabile fatti di plastica riciclata. La pista è composta da sezioni modulari prefabbricate composte per il 70% da plastica riciclata (derivata da rifiuti a base di PET, plastica e tappi di bottigliette) e per il resto da polipropilene.

L’iniziativa è di due aziende olandesi: KWS, che si occupa di costruire strade, e Wavin, che invece produce tubi di plastica. Questo tratto di ciclabile è il primo su cui si è testata la qualità del nuovo prodotto, chiamato PlasticRoad.

Per 30 metri di pista si è stimato un quantitativo di plastica riciclata pari a 218mila bicchieri di plastica oppure 500mila tappi.

Il sistema di costruzione stradale ha la forma di una scatola cava, molto leggera, che può essere installata su un sottofondo sabbioso. All’interno possono essere inserite condotte e cablaggi; inoltre, in caso di pioggia, viene raccolta all’interno l’acqua piovana che viene restituita al terreno.

Questo sistema è a impatto zero – rispetto all’asfalto che produce CO2 –, resiste meglio alle temperature estive e invernali, ha una durata circa 3 volte superiore rispetto all’asfalto e potrebbe anche costare meno, perché ci vorrebbe meno tempo per costruirle (l’Economist riporta che i tempi si ridurrebbero di due terzi).

Dalla Scozia arriva l’eco-asfalto

Un’altra risposta contro l’inquinamento da plastica e in un’ottica di economia circolare arriva dal Regno Unito, dove l’azienda scozzese MacRebur sta utilizzando un tipo speciale di asfalto per costruire nuove strade.

La plastica è un derivato del petrolio e lo è anche il bitume, la sostanza che viene mescolata di solito alla ghiaia per fare l’asfalto. Sia la plastica che il bitume sono polimeri, e per questo sono materiali resistenti. Proprio per queste caratteristiche simili e per dare una risposta al crescente problema dei rifiuti plastici, si è cominciato a pensare di usare la plastica in alternativa al bitume per fare le strade.

I materiali di MacRebur sono prodotti usando tipi di plastica non facilmente riciclabili che solitamente finiscono nelle discariche, i quali vengono così puliti, separati e poi frantumati in fiocchi o palline.

Per ogni tonnellata di eco-asfalto vengono usati dai tre ai dieci chili di plastica riciclata, che lavora da collante come il tradizionale bitume ottenuto dai combustibili fossili.

E in Italia?

Anche l’Italia sembra recettiva rispetto a questa possibilità di costruzione eco-sostenibile.

È una località del grossetano, Follonica, ad aver inaugurato nel settembre 2019 il primo tratto di pista ciclabile realizzato interamente riciclando bottiglie di plastica: 20 metri di passerella ciclopedonale in plastica riciclata, usata recuperando una stima di 60.000 bottiglie di plastica.

Il Comune di Capannori, in provincia di Lucca sta lavorando invece sul progetto C4C, sviluppato dall’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e altri partner: la plastica raccolta dai cittadini verrebbe riconvertita per creare uno speciale asfalto ecologico, più resistente di quello tradizionale, per ricoprire le strade cittadine.

Dal problema alla soluzione

Tutti questi progetti fanno ben sperare nelle potenzialità di recupero e di riciclo della plastica a lungo termine.

Utilizzarla per rifare le strade o per sostituirla al bitume è, infatti, una delle possibilità più interessanti per abbattere l’inquinamento da plastica e puntare sul riciclo come strada da seguire.